
La Castagna: storia e curiosità di una bontà unica
La castagna è il frutto del castagno, un albero che si è diffuso in Asia, Europa e America circa dieci milioni di anni fa. Sono conosciute tracce di quest'albero in Italia da ben diecimila anni. La castagna è conosciuta presso i popoli antichi del Mediterraneo sin dall'antichità. Il fatto che fossero però conosciuti diversi modi in cui era nominata ha creato spesso confusione tra gli studiosi.
Ippocrate e Senofonte parlavano di "noci piatte", mentre Teofrasto la chiama "ghianda di Giove". Già nel III secolo a.C., inoltre, ci sono tracce dell'esistenza di ben quattro diverse varietà di questo frutto.
Anche nell'antica Roma la castagna era ben conosciuta. Secondo Varrone, i giovani innamorati offrivano in dono la castanea alle loro donne. Virgilio ci dice invece che i suoi contemporanei coltivavano comunemente l'albero di castagno, con le cui foglie venivano fatti dei materassi. Il famoso Plinio il vecchio descrive alcuni modi per mangiare la castagna, tra cui la tostatura e la possibilità di usarla per fare il pane.
La Castagna nel Medioevo
Con la crescita dell'impero, la castagna viene importata per la coltivazione in quasi tutta l'Europa. La sua coltivazione continua durante il Medioevo. Gli scritti di questo periodo raccontano anche diverse modalità di raccolta delle castagne, che venivano usate anche al posto del denaro per gli scambi o i pagamenti, allo stesso modo del grano o di altri cereali.
Alla fine del Quattrocento l'uso della farina di castagne si diffonde ulteriormente, compensando la carenza di cereali. Inoltre, la macinazione delle castagne poteva avvenire in ambito domestico e non prevedeva quindi il pagamento delle tasse sul macinato.
La coltivazione della castagna continua ad evolversi fino all'inizio del Novecento, in cui copriva il 45% della produzione agricola italiana. A partire dalla seconda metà del Novecento, però, la coltivazione di questo frutto si è trovata in crisi per tutta una serie di fattori, come lo sviluppo dell'industria. Molte popolazioni montane hanno abbandonato le campagne e i castagneti.
Oltre che per l'alimentazione, la castagna era un tempo usata per numerosi rimedi popolari per una lunga serie di disturbi. Emicrania, gotta, problemi alla milza o al fegato, problemi cardiaci erano tutti curabili nel Medioevo con questo frutto. Le castagne secche macinate, unite a sale e miele, erano usate per i morsi di cani o i casi di avvelenamento. Si usavano anche per prevenire la peste e i rischi di aborto, e per combattere la calvizie.
La castagna irpina
In Campania, la coltivazione della castagna si svolge da secoli nelle aree irpine, intorno ad Avellino. Secondo alcuni manoscritti, sono stati i monaci benedettini a diffondere i castagneti in Campania, intorno all'undicesimo secolo.
Oggi la Castagna è tra i Prodotti Irpini più famosi e di Qualità, insieme alla nocciola. E’ diffusa sull'intero territorio, in modo specifico nel Terminio, particolarmente a Montella - dove raggiunge l’eccellenza - e nel Partenio, soprattutto a Serino.
Le varietà più famose diffuse oggi in Irpinia sono la Castagna di Montella, la Castagna di Serino e la Castagna marrone di Santa Cristina.
La castagna è notoriamente un prodotto molto versatile, che trova impiego sia in Cucina che in pasticceria. In cucina è usata nella preparazione di numerose zuppe, in pasticceria costituisce l’elemento base di dolci come il castagnaccio, il Monte Bianco, le marmellate e i marrons glacés. Molto apprezzate sono anche le caldarroste, le castagne lesse o le castagne essiccate.
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